La seconda anima dell’Accademia è il MUS_ATH, (Museography and Advanced Technologies for Heritage) unità operativa di ricerca basata sulla relazione tra discipline museografiche e tecnologie avanzate per il patrimonio, che articola percorsi formativi integrati, assistiti dalle nuove tecnologie informatiche. Il suo obbiettivo è promuovere studi, ricerche e catalogazioni, nonchè progetti, per proprio conto o per conto terzi, in collaborazione con le istituzioni pubbliche o private preposte e impegnate nel medesimo obbiettivo culturale.
Il MUS_ATH ha sviluppato rapporti di collaborazione con importanti Istituzioni quali la DARC del MiBAC, i Musei Vaticani, la Scuola Archeologica Italiana di Atene, i Musei di Stato di Berlino, La Grande Biblioteca di Alessandria d’Egitto, La Triennale di Milano, Il Museo Egizio di Torino, La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, La Soprintendenza del Mare di Palermo, l’YSMA di Atene, la Generalitat Valenciana, i Musée des Monuments français – Cité de l’Architecture et du Patrimoine di Parigi, l’Han Yang Ling Museum di Xian (Cina) oltre alla Provincia di Roma, Roma Capitale, Comune di Tivoli, Ordine degli Architetti Paesaggisti Pianificatori e Conservatori di Roma e provincia. Tra le Università, oltre ai numerosi atenei italiani in cui sono presenti Scuole di Architettura, sono da menzionare le collaborazioni con l’Accademia di Belle Arti di Alessandria d’Egitto, con l’İstanbul Technical University di Istanbul, il Politecnico di Atene, Pratt Institute di New York, l’Università Ion Mincu di Bucarest, l’UPV di Valencia, la University of Teheran (CEAT)-Center of Excellence in Architectural Technology.
L’attività sia formativa che scientifica proposta dal MUS_ATH, inerenti l’utilizzo delle tecnologie avanzate, si basa su processi di acquisizione di informazioni finalizzate alla restituzione della realtà in formato virtuale, e su processi di restituzione in formato fisico volumetrico: sotto il profilo della restituzione virtuale, si opera mediante modellazione reality based, basata cioè sull’acquisizione tridimensionale della forma degli oggetti mediante sensori attivi (laser scanner) e passivi (fotogrammetria di nuova generazione SFM, Structure From Motion).
Grazie a questo panorama di tecniche di rilevamento e di software è possibile realizzare modelli 3D – da utilizzare sia nelle best practises professionali sia nella ricerca scientifica – laddove si richiedono restituzioni fedeli di morfologie complesse tipiche dei contesti archeologici.
Le tipologie di applicativi utilizzate nei processi di restituzione sono:
– Reverse Modelling/Mesh Processing, per la conversione dei dati “grezzi” da apparecchi laser scanner o fotogrammetria, in modelli digitali di tipo mesh topologicamente corretti, nonché per l’estrazione di profili e sezioni dai modelli 3D per una loro restituzione 2D.
– Structure From Motion, per restituire modelli 3D dotati di texture del colore apparente.
– Modellazione geometrica per l’entertainment, per convertire i modelli mesh ad alto dettaglio in modelli ottimizzati in grado di essere facilmente impiegati per animazioni, rendering, applicazioni real-time.
Per quanto riguarda la realizzazione di soluzioni restitutive tridimensionali fisiche si opera prevalentemente mediante 3D Print Processing, utile per stampare modelli tridimensionali utilizzando nello specifico due metodi produttivi: modellazione mediante selective laser sintering (SLS) che fa impiego di polveri metalliche, termoplastiche o silicee sinterizzate mediante laser, e la fused deposition modeling (FDM), modellazione a deposizione fusa mediante estrusione di filamenti plastici o metallici.
Grazie all’interazione tra i sistemi di modellazione reality based e ai processi di 3D print è possibile per gli studenti e i docenti dell’Accademia, attivare processi di modelling reverse a diverse scale di acquisizione e restituzione, dai piccoli oggetti di arte decorativa ai monumenti di dimensione ragguardevole.